Chiesa Cimiteriale dei Santi Vittore e Corona
Scheda
RELAZIONE STORICA a cura di Marco Maccagno
La Chiesa dei Santi Vittore e Corona è presumibilmente la Chiesa più antica del territorio comunale, seppur riedificata nel 1747 sul sito di una chiesa precedente, di probabile origine romanica.
La citazione più antica del luogo è ritrovabile in un diploma di Federico Barbarossa del 1159, dove “Curtem de monte alto” viene assegnata in feudo alla Chiesa di Torino.
È presumibile che l’abitato antico di Montaldo sorgesse nel luogo dell’attuale cimitero e che in seguito all’edificazione del castello, le cui prime notizie si hanno a partire dalla seconda metà del Seicento, gli abitanti si siano trasferiti a ridosso dello stesso.
L’attuale chiesa parrocchiale, sempre dedicata ai Santi Vittore e Corona (la qual circostanza confermerebbe che vi fu un trasferimento della funzione parrocchiale), venne elevata in attiguità al castello tra il 1723 ed il 1724 e fu consacrata nel giugno del 1774.
Ad attestazione della presenza in epoca medievale della chiesa del cimitero, vi sono alcune tracce materiali.
Sulle murature laterali sono infatti ritrovabili, oltre ad alcuni conci di pietra arenaria sbozzati, anche alcuni elementi che riportano decorazioni.
Tra queste la maggiormente evidente, per conservazione e particolarità è il concio che riporta un bassorilievi raffigurante due oroburo, ovvero serpenti che hanno nella bocca la propria coda, intrecciati a formare due anelli, figure mitologiche che rappresentano la natura ciclica delle cose.
INTERVENTO CROMATICO INTERNO – Anno 2018
I Montaldesi vogliono particolarmente bene alla Chiesa dei Santi Vittore e Corona che si trova al Cimitero Comunale, qui infatti è nata la comunità di Montaldo.
L’Attuale Amministrazione, pur nei limiti finanziari dei piccoli Comuni, cerca di recuperare il Patrimonio storico di questo nostro bel Paese.
La “Chiesa del Cimitero”, chiusa a suo tempo per questioni di sicurezza, nell’anno 2017 è stata oggetto di intervento strutturale al tetto e rifacimento della facciata.
Nell’anno 2018 è stato ripristinato l’originale ingresso in ciottolato, realizzata l’illuminazione esterna e interna insieme ad un “intervento cromatico”.
Nelle ricorrenze verrà collocata nella Chiesa una statua della Madonna, recuperata tempo addietro da un montaldese nella discarica pubblica e consegnata a questa Amministrazione che, con il contributo economico di un concittadino, l’ha fatta restaurare.
“TRE CROCI”: INTERVENTO CROMATICO di Eraldo Taliano – ottobre 2018
L’installazione comprende il Crocifisso posto al di sopra dell’Altare, gli interventi di colore alle due Croci preesistenti nelle pareti laterali e l’illuminazione, l’intervento cromatico vuole porre l’attenzione su elementi presenti in loco, impiegando forme classiche pure.
Osservando la pianta dell’edificio, risulta evidente che sia stato intenzionalmente edificato nella forma quadrata, ove il lato verso l’Altare coincide con il rialzo del pavimento.
Il gradino costituisce il limite tra l’area (il quadrato) destinata ai fedeli e l’area (il cerchio) che contiene l’abside, destinata al Sacerdote celebrante.
Tale conformazione non è casuale ma rimanda agli schemi di costruzione delle antiche Chiese/Templi, in cui le forme assumono precisi significati simbolici in riferimento al Cosmo: il cerchio rappresenta la Sfera Celeste ed il quadrato rappresenta il Creato.
Le due Croci preesistenti, dipinte in finto marmo nero sulle pareti laterali, sono rappresentate con un quadrato centrato nell’intersezione della linea verticale con quella orizzontale.
Tale rappresentazione, che si discosta dalla raffigurazione tradizionale della Croce, ha da sempre attirato la mia attenzione e immagino possa simboleggiare, per la natura del luogo, e per la staticità rappresentata dal quadrato, la “Quiete Eterna”.
Il Crocifisso, che si chiama alle suddette Croci, presenta anch’esso l’inserimento del quadrato, che ha assunto la tridimensionalità nel cubo, simbolo di stabilità interiore, ed è realizzato in materiale trasparente, dalle caratteristiche simili al cristallo che riflette la luce, origine del colore e di ogni cosa.
Il cubo, di colore “Blu”, nella tonalità “oltremare”, che anticamente fu il più prezioso tra i pigmenti, evoca la duplice natura del Cristo: Divina nel colore e Terrena nella forma.
I quadrati delle Croci laterali, lievemente staccati da parete per poter intravedere quelli originali, sono uno “Verde” e l’altro “Viola”.
Liturgicamente il “Viola” rappresenta lo spirito di penitenza mentre il “Verde” il quotidiano, nella speranza dell’incontro con Dio.
Gli altri due colori non rappresentati, ma “contenuti” in quelli visibili sono il “Rosso”, simbolo di amore che unito al “Blu” origina il “Verde”.
Pertanto i nomi “Verde” e “Viola”, che si compongono entrambi di 5 lettere, hanno originato i rispettivi quadrati di cm 50 x 50, mentre il nome “Blu”, che si compone di tre lettere, ha dato origine al quadrato/cubo di cm 30 x 30.
La somma delle lettere che compongono i nomi dei colori visibili (5 + 5 + 3) corrisponde a 13, da cui 1 + 3 = Nascita – Vita – Morte – Rinascita.
La Chiesa dei Santi Vittore e Corona è presumibilmente la Chiesa più antica del territorio comunale, seppur riedificata nel 1747 sul sito di una chiesa precedente, di probabile origine romanica.
La citazione più antica del luogo è ritrovabile in un diploma di Federico Barbarossa del 1159, dove “Curtem de monte alto” viene assegnata in feudo alla Chiesa di Torino.
È presumibile che l’abitato antico di Montaldo sorgesse nel luogo dell’attuale cimitero e che in seguito all’edificazione del castello, le cui prime notizie si hanno a partire dalla seconda metà del Seicento, gli abitanti si siano trasferiti a ridosso dello stesso.
L’attuale chiesa parrocchiale, sempre dedicata ai Santi Vittore e Corona (la qual circostanza confermerebbe che vi fu un trasferimento della funzione parrocchiale), venne elevata in attiguità al castello tra il 1723 ed il 1724 e fu consacrata nel giugno del 1774.
Ad attestazione della presenza in epoca medievale della chiesa del cimitero, vi sono alcune tracce materiali.
Sulle murature laterali sono infatti ritrovabili, oltre ad alcuni conci di pietra arenaria sbozzati, anche alcuni elementi che riportano decorazioni.
Tra queste la maggiormente evidente, per conservazione e particolarità è il concio che riporta un bassorilievi raffigurante due oroburo, ovvero serpenti che hanno nella bocca la propria coda, intrecciati a formare due anelli, figure mitologiche che rappresentano la natura ciclica delle cose.
INTERVENTO CROMATICO INTERNO – Anno 2018
I Montaldesi vogliono particolarmente bene alla Chiesa dei Santi Vittore e Corona che si trova al Cimitero Comunale, qui infatti è nata la comunità di Montaldo.
L’Attuale Amministrazione, pur nei limiti finanziari dei piccoli Comuni, cerca di recuperare il Patrimonio storico di questo nostro bel Paese.
La “Chiesa del Cimitero”, chiusa a suo tempo per questioni di sicurezza, nell’anno 2017 è stata oggetto di intervento strutturale al tetto e rifacimento della facciata.
Nell’anno 2018 è stato ripristinato l’originale ingresso in ciottolato, realizzata l’illuminazione esterna e interna insieme ad un “intervento cromatico”.
Nelle ricorrenze verrà collocata nella Chiesa una statua della Madonna, recuperata tempo addietro da un montaldese nella discarica pubblica e consegnata a questa Amministrazione che, con il contributo economico di un concittadino, l’ha fatta restaurare.
“TRE CROCI”: INTERVENTO CROMATICO di Eraldo Taliano – ottobre 2018
L’installazione comprende il Crocifisso posto al di sopra dell’Altare, gli interventi di colore alle due Croci preesistenti nelle pareti laterali e l’illuminazione, l’intervento cromatico vuole porre l’attenzione su elementi presenti in loco, impiegando forme classiche pure.
Osservando la pianta dell’edificio, risulta evidente che sia stato intenzionalmente edificato nella forma quadrata, ove il lato verso l’Altare coincide con il rialzo del pavimento.
Il gradino costituisce il limite tra l’area (il quadrato) destinata ai fedeli e l’area (il cerchio) che contiene l’abside, destinata al Sacerdote celebrante.
Tale conformazione non è casuale ma rimanda agli schemi di costruzione delle antiche Chiese/Templi, in cui le forme assumono precisi significati simbolici in riferimento al Cosmo: il cerchio rappresenta la Sfera Celeste ed il quadrato rappresenta il Creato.
Le due Croci preesistenti, dipinte in finto marmo nero sulle pareti laterali, sono rappresentate con un quadrato centrato nell’intersezione della linea verticale con quella orizzontale.
Tale rappresentazione, che si discosta dalla raffigurazione tradizionale della Croce, ha da sempre attirato la mia attenzione e immagino possa simboleggiare, per la natura del luogo, e per la staticità rappresentata dal quadrato, la “Quiete Eterna”.
Il Crocifisso, che si chiama alle suddette Croci, presenta anch’esso l’inserimento del quadrato, che ha assunto la tridimensionalità nel cubo, simbolo di stabilità interiore, ed è realizzato in materiale trasparente, dalle caratteristiche simili al cristallo che riflette la luce, origine del colore e di ogni cosa.
Il cubo, di colore “Blu”, nella tonalità “oltremare”, che anticamente fu il più prezioso tra i pigmenti, evoca la duplice natura del Cristo: Divina nel colore e Terrena nella forma.
I quadrati delle Croci laterali, lievemente staccati da parete per poter intravedere quelli originali, sono uno “Verde” e l’altro “Viola”.
Liturgicamente il “Viola” rappresenta lo spirito di penitenza mentre il “Verde” il quotidiano, nella speranza dell’incontro con Dio.
Gli altri due colori non rappresentati, ma “contenuti” in quelli visibili sono il “Rosso”, simbolo di amore che unito al “Blu” origina il “Verde”.
Pertanto i nomi “Verde” e “Viola”, che si compongono entrambi di 5 lettere, hanno originato i rispettivi quadrati di cm 50 x 50, mentre il nome “Blu”, che si compone di tre lettere, ha dato origine al quadrato/cubo di cm 30 x 30.
La somma delle lettere che compongono i nomi dei colori visibili (5 + 5 + 3) corrisponde a 13, da cui 1 + 3 = Nascita – Vita – Morte – Rinascita.